––––––––––
Sparendo da sotto il mento
diventi il piccolo punto
che d’ogni cosa è cominciamento:
la pioggia il lampo l’incanto
che dà parola senso e portamento
ad ogni cosa a tutto quanto.
Circondandoti scompari: all’improvviso
dal tiepido ventre del biancospino
come non deve la preda riappari.
––––––––––
Niente è vero di là dell’altro;
sana è l’ignoranza che abbiamo di noi
di te con me e di me senza.
E ce ne andiamo tra alberi
ad amare il pulso di vena
che il fiume incuora in ogni sua pietra.
Tutto è vero di là degli altri;
nel guscio spinoso dei cespugli
ci salviamo dalle cose umane.
E ce ne andiamo tra alberi
a svelare conoscenze che abbiamo
del passo dell’altro e il suo caos.
––––––––––
Di stare pare
nel buco lanoso ed amaro
che a due si dice cuori:
nocciolo al contrario
dove il centro è fuori.
––––––––––
Nel fitto di canne ammassate
alle scavature passa il refolo
caldo che il frutto acerbo
cova e rende maturo. Le rondini abbaiano il loro
circo di frustate armoniche
scuotendo la pelle del cielo
come fosse un tamburo.
––––––––––
E dal pietrisco delle voci
la tua mi porta un messaggio
che io mi dico simbolo
scolpito sotto la pancia dei sassi:
così dev’essere
a null’altro serve
se non a tracciare storie
dalla mia alla tua cosa
unire tutte le cose
che danno frutta.
––––––––––
Rotto l’acino
s’apre un crisantemo di sangui.
Dalla piana dalla montagna
risgorga un torrente di mosto
che ogni casa in terra bagna.
––––––––––
Quella degli olivi
è un’ombra mai schiena. Quelli delle olive
sono ricci da pettinare
con il rastrello. Quelle degli olivi
sono terre accese:
il sole è zolfo sulle secche
stoppie stese.
––––––––––
E poi
posi le gambe al prato:
la cascola giallomarrone del fico
te le circonda segnandole
con morsi da ortica.
E all’ombra del fico
rivedo la tua fica.
––––––––––
Stiamo seduti
ai piedi della stanza
e di qualche parola
anche se muti
seguiamo la fola
prevediamo la danza.
Nulla dico:
restiamo seduti
a vedere l’ombra del fico
che avanza.
*******
Alle cassette di legno
lasciate ai cassonetti. scritto a Roma Fondi e Sabaudia
dall’11 di Maggio al 22 Giugno del 2001
pubblicato male, dopo alcuni restauri, nel 2008
riorganizzato e ripensato
nei mesi di marzo ed aprile del 2011
e nel mese di febbraio del 2013
Commentaires